Trento, 12 aprile 2006
BOATO VINCE IL BIGLIETTO PER LA CAMERA
È il quattordicesimo deputato Verde.
Già pronte venti proposte di riforma
da l’Adige di mercoledì 12 aprile 2006
«La notizia è arrivata ieri mattina, dopo le 4. Che ero stato eletto l’ho saputo guardando il sito internet del Ministero degli interni». Marco Boato, 61 anni, è stato cauto fino all’ultimo momento. I numeri alla fine gli hanno dato ragione: lui è il quattordicesimo dei quindici deputati Verdi. Il 28 aprile inizierà la sua sesta legislatura.
E lo farà presentando una ventina di disegni di legge. «Sono proposte di legge, già pronte, che ritengo molto importanti». Nuove normative su cosa? Si parla di riforma dell’ordinamento penitenziario, abolizione della pena di morte nella Costituzione, inserimento della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema nell’articolo 9 della Costituzione, ricostituzione della Commissione antimafia, legge di attuazione del referendum con cui Lamon si è espresso per l’annessione al Trentino, normativa sulle affettività in carcere, riforma delle tossicodipendenze, abbassamento del quorum per l’amnistia e l’indulto.
Ieri ha ricevuto centinaia di telefonate e di sms. «All’inizio erano messaggi di "condoglianze" perché sembrava che fossi escluso. Poi di congratulazioni». Il primo a fargli i complimenti è stato Gianclaudio Bressa (numero due nella lista dell’Ulivo, ndr). «E poi è arrivata, anch’essa molta apprezzata, la telefonata di Lorenzo Dellai».
E ora per il leader ambientalista si apre la prospettiva di un ruolo governativo. «Ho delle competenze che possono essere messe a frutto, ma ho il senso delle proporzioni: un ministero può andare ai membri dei partiti più grandi (Ds e Margherita)». Si ipotizza un incarico da sottosegretario alle riforme istituzionali. Non è escluso un posto nel dicastero della giustizia. «In campagna elettorale si era parlato della collaborazione con Bressa sulla riforma costituzionale. Si era parlato di lui quale presidente della commissione: un ruolo che, in realtà, piacerebbe anche a me. Credetemi: non fremo. Io penso che si possa fare benissimo anche il "semplice" parlamentare. Si era pensato anche alla presidenza del gruppo misto: una cosa è esserne a capo stando all’opposizione, altra cosa è esserne a capo stando nella maggioranza».
Il centrosinistra che ha vinto le Elezioni 2006 sulla carta appare ancora fragile: lo scarto di voti non lascia tranquilli i sostenitori. E c’è chi parla di «Governo di carta velina»: soggetto a facili strappi, anche interni. «Soprattutto al Senato il centrosinistra deve stare attento: deve fare in modo di non finire mai in minoranza. I senatori devono essere spietatamente presenti».
Marco Boato si dice sereno: «Mi ero preparato spiritualmente ad una sconfitta, che sarebbe stata solo una mia responsabilità. La vittoria è merito della squadra dei Verdi della regione». Il leader ambientalista ha sempre detto chiaramente che la legge elettorale proporzionale, approvata a Natale dal centrodestra, è da spazzare via al più presto. «La cosa curiosa è che se il centrosinistra trentino avesse vinto il seggio di Pergine, ieri sera non ci sarebbe stato quel dibattito di due ore in tivù: noi avremmo avuto un seggio in più, la destra uno in meno». Poi aggiunge: «Sulle regole della Costituzione, sulle riforme istituzionali, sulla legge elettorale e sullo statuto di autonomia non si dovrà cercare la vendetta. Non vogliamo "fare prigionieri", come aveva dichiarato (e fatto) l’avvocato Previti. Dobbiamo cercare la condivisione più ampia: due squadre di calcio si combattono, ma devono entrambe accettare le regole. E se l’arbitro viene fischiato, che almeno non si dica più che è un arbitro comunista. Non è accettabile».
L’arbitro a cui si riferisce è il presidente della Repubblica. L’uomo guida del «Sole che ride in Trentino» ritiene che ad affidare a Prodi l’incarico di presidente del Consiglio dovrebbe essere Carlo Azeglio Ciampi, il cui mandato scadrà il 18 maggio. «So che Ciampi vorrebbe che ad assegnare l’incarico fosse il suo successore (la candidatura più forte per il Colle è quella di Giuliano Amato). Rispetto la posizione onorevole del presidente, ma personalmente ritengo che sarebbe opportuno accelerare le procedure: accelerare l’assegnazione dell’incarico a Prodi e della elezione del nuovo inquilino del Quirinale. Se così non fosse, Berlusconi - ormai privo di legittimità - dovrebbe governare per un altro mese e mezzo».
Negli scorsi mesi la sinistra, che in tivù molto ha parlato del problema del conflitto di interessi del presidente-imprenditore, è stata oggetto di critiche: critiche provenienti dall’interno. E Boato ammette: «Nel periodo 1996-2001, quando la sinistra aveva la maggioranza, fu un errore non approvare una legge rigorosa sul conflitto di interessi. La Camera dei deputati quella legge l’aveva approvata. Per un "eccesso di estremismo legislativo" alla fine non riuscì a passare (c’era chi l’avrebbe voluta ancora più rigida e alla fine non se ne fece nulla): l’estremismo ideologico dei senatori la portò al fallimento». Poi arrivò la riforma del Governo Berlusconi. Boato la bolla come «ridicola» e aggiunge: «Berlusconi è al capolinea. Non credo che si ricandiderà. Noi però dobbiamo evitare che, in futuro, imprenditori come lui possano candidarsi senza avere risolto il conflitto di interessi. Ce ne dovremo occupare nei primi due anni di Governo».
Boato ringrazia chi gli ha dato la preferenza e chi, credendo in buona fede che votando Ulivo si votava automaticamente anche lui, non l’ha votato. Conclude: «Io non credo ai professionisti della politica, credo nella professionalità». E le 5 legislature, con questa 6? «Io sono entrato e uscito due volte dal Parlamento. Sono stato anche escluso. Se fossi rimasto fuori questa volta, non ne avrei fatto un dramma: sarei tornato a fare il ricercatore (di sociologia) all’Università di Padova».
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GLI AMICI
Telefonate sul cellulare:
i complimenti di
Bressa e di Dellai
I NUMERI
Con Pergine avremmo
avuto un seggio in più,
la destra uno in meno
PROPOSITI
Subito l’incarico a Prodi.
Poi la legge sul conflitto
di interessi
POLITICO
Io non credo ai
professionisti
della politica,
credo nella
professionalità
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